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Fray Tomás de Torquemada 1420 -
1XXX
Umberto Eco, Milán, septiembre de
1975
(Presentación en catálogo)
Quando Maometto II brucia la biblioteca d'Alessandria pronuncia
una storica frase che potrebbe essere presa a modello di ogni azione
censoria nei secoli dei secoli: "0 questi libri dicono quello che
c'è gíà nel Corano, e allora sono inutili,
o dicono cose che non ci sono nel Corano, e allora sono dannosi".
Ciò significa che per ogni libro bruciato esiste un Libro
in favore del quale lo si brucia. Ma siccome, a bruciare i libri,
la gente non legge più, ecco che l'unico, Libro superstite
è destinato a non essere letto. 0 almeno, ad essere letto
da pochi interpreti autorizzati che dovranno, poi comunicarlo, a
voce o per immagini, a coloro che non leggono ma debbono credere.
E' quindi essenziale ad ogni política repressiva
che non ci siano troppi libri, che ne esista uno solo, che anche
questo non venga letto troppo. L'ultimo requisito è fondamentale:
a leggere si interpreta, e la libera interpretazione è nociva
alle tirannie. In questo modo anche il Libro unico viene privato
della sua proprietà di essere libro (messaggio aperto a varie
letture) e diventa feticcio. Oscuro. E' curioso che l'oscurantismo
sia sempre illuminato dai roghi dei libri. Ma non per questo diventa
meno chiaro: l'oscurità è data sempre dal rifluto
della lettura. Leggere e interpretare è, l'unico modo di
fare chiarezza. I fuochi su cui ardono i libri non fanno luce.
Per bruciare i libri bisogna odiarli molto. Per odiarli
occorre non averne letti e diffidarne. Occorre non averne letto
neppure il Libro unico in favore del quale si bruciano gli altri.
I grandi imperatori che difendevano la verità della Bibbia
col fuoco e col sangue, erano analfabeti. Per bruciare i libri esistono
varie tecniche. Quella di Maometto II era la più tradizionale.
Non è mai scomparsa nel corso dei secoli. Le pratiche del'Inquisizione
documentate in questo "lavoro" di Valverde ce lo dicono.
Il romanzo di Ray Bradbury, Farenheit 451, cí avverte
che anche la repressíone fantascientifica potrebbe seguire
questa strada. A Norimberga si fece un rogho: suprema vergogna per
l'orgoglio degli ariani nazisti, cui l'ignoranza impediva di sapere
che stavano ripetendo gesti già compiuti da razze inferiori,
semiti musulmani e latino iberici. Che beffa.
Ma oggi le tecniche di distruione del libro sono più
elaborate. Orwell in "1984" (ci appressiamo alla data) ci
ha insegnato che basta riscriverli: i nuovi roghi possono chiamarsi
edizioni riviste ed espurgate. Poi c'è la censura, preventiva
o no. Il libro scompare. Talora non viene scritto, perchè
è più comodo imprigionare l'autore. Spesso è
più redditizio ammazzarlo. Se il libro è in circolazione
si puo intimidire il libraio. Esiste la bomba, talvolta la lettera
anonima (i repressori non sanno leggere ma sanno ancora scrivere:
ma in certi casi basta la voce, oltretutto non rimane traccia).
Tra le tecniche più raffinate c'è la distruzione,
la cancellazione o l'alterazione del nastro magnetico. Se Maometto
II avesse mandato al macero tutti i volumi della biblioteca d'Alessandria,
ne avrebbe ricavato cellulosa con cui fabbricare le tessere per
la sua falange musulmana. Era un dissipatore di ricchezze, non aveva
senso ecologico.
Rimane tuttavia da spiegare un portento. Come mai,
dopo che per secoli si sono bruciati i libri, i libri abbiano sopravvissuto.
Come se l'umanità, dalla bestialità analfabeta dei
repressori, avesse imparato una sola lezione: occorre leggere, e
comunicare, e scrivere di nascosto.
Forse il sistema della tolleranza repressiva ha capito
le cose più a fondo: non occorre distruggere i libri, basta
lasciarne pubblicare in numero eccesivo. Ciascuno di essi si perderà
in una sorta di nebulosa statistica. Ma le pratiche documentate
per Valverde sono ancora archeologiche. Le dittature
instupidiscono i loro adepti. Queste pratiche sono tradizionalmente
distruttive, bestiali, irriflesse. In questo senso possiamo vederle
con un certo ottimismo: il nemico peggiore deve ancora venire. Qui
abbiamo di fronte solo la pura e belluina ferocía del facismo
allo stato brado. Destinato a morire da solo. Who is afraid of
the big bad wolf?
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